Venture Capital: obiettivo da 9 mld entro il 2025

In Italia, il mercato del Venture Capital sta avendo una fortissima accelerazione, basta pensare che nel 2017 gli investimenti erano meno di 200 milioni, nel 2021 sono stati raggiunti quasi 2 miliardi e quest’anno i dati previsionali ci indicano una chiusura che potrebbe arrivare ai 2,5 miliardi di investimento. 

Venture Capital: previsioni future

Una stima previsionale di CdP Venture Capital prevede che, in uno scenario inerziale, il mercato italiano potrà raggiungere 4 miliardi di investimenti annui nel 2025 partendo dagli attuali 2 miliardi, creando circa 100mila occupazioni dirette. Dall’altra parte lo scenario di crescita, invece, stima un’accelerazione delle attuali dinamiche con un mercato in crescita da 9 miliardi nel 2025. Perché vi sia la possibilità che tale scenario si realizzi, però, è necessario implementare alcune azioni come: aumentare consistentemente il numero degli operatori presenti sul territorio nazionale, rafforzare le potenzialità e dimensioni dei soggetti già attivi, sprovincializzando le imprese non abituate a questo tipo di operazioni. Incrementando, inoltre, la presenza di Sgr e operatori esteri in Italia. 

In una delle fasi più critiche nella vita delle startup italiane come quella della crescita, quando servono investimenti a due cifre è necessario che l’imprenditore disponga di tutto il know how specifico per poter individuare al meglio le migliori scelte strategiche per il proprio Business, poiché sempre più spesso le risorse arrivano, appunto, inevitabilmente da investitori internazionali. Oggigiorno è sempre più frequente la scelta dell’imprenditore di farsi supportare da Advisor specializzati in questo settore, i quali affiancano l’imprenditore e studiano le migliori strategie per velocizzare la crescita e l’espansione del business. 

Ad oggi rimane ampio ancora il divario presente nel panorama del Venture Capital con Germania (con un mercato da 17 miliardi) e Francia (con un mercato da 11 miliardi). In questo senso però, CdP Venture Capital si sta muovendo per ridurlo e accelerare questo recupero, entrando direttamente nel capitale delle aziende e favorendo la crescita degli operatori specializzati nel Paese. Per i prossimi anni, CdP Venture Capital metterà in atto tre programmi di investimento per un totale di 3,5 miliardi, nuove risorse che permetteranno di proseguire nell’attività di sostegno all’ecosistema nazionale dell’innovazione. 

Ai tre programmi saranno destinate risorse economiche per: 

-          1,5 miliardi saranno destinati al programma che prevede la sottoscrizione di veicoli lanciati da operatori già consolidati o da nuovi gestori di venture capital;

-          1 miliardo stanziato per i programmi che investiranno direttamente o indirettamente in startup in fase growth o late-stage, che hanno cioè superato le fasi iniziali di sviluppo e hanno bisogno di aumenti di capitale significativi per trasformarsi in grandi aziende;

-          1 miliardo, infine, verrà destinato per il sostegno all'innovazione in settori strategici per l'Italia quali aerospazio, life science e transizione energetica.

Nel suo primo anno e mezzo di lavoro, Cdp Venture Capital, con i suoi 9 team, ha già deliberato operazioni per 938 milioni di investimenti in 22 fondi di venture capital di cui oltre la metà sono fondi first time first team, finanziando direttamente o indirettamente oltre 1000 startup, 18 programmi di accelerazione e 5 poli di trasferimento tecnologico. 

Le operazioni di Cdp Venture Capital hanno avuto come effetto una leva di 2,7 volte nel caso di investimenti in fondi e di 3,6 volte nel caso di investimenti diretti in start up. Questo significa che per ogni euro investito da Cdp, le startup ne hanno ottenuti 3,6 da azionisti privati, mentre i fondi hanno raccolto 2,7 volte l'ammontare, impegnato da Cdp, da altri investitori.

Alla luce di quanto è stato riportato dall’analisi di CdP Venture Capital, riteniamo doveroso evidenziare come il nostro paese abbia uno dei più alti tassi di risparmio privato al mondo - 5 mila miliardi - che supera di gran lunga i capitali finanziari stanziati dai vari fondi di VC pubblici e privati. 

Pertanto, sicuramente è interessante l’intervento dello stato per questo settore, ma potrebbe essere ancor più interessante trovare un modello che permetta di capire come poter convogliare, nelle imprese italiane, questi capitali di risparmio privato. Oltrepassando quella che risulta essere la problematica principale legata al contesto italiano, ovvero, non tanto a livello economico ma quanto a livello culturale.

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