Fondo di Contrasto alla Deindustrializzazione 2023

Dal 24 gennaio 2023 è operativo il Fondo di contrasto alla deindustrializzazione (FDC) di supporto alle aziende manifatturiere localizzate nei consorsi produttivi delle Regioni Lazio e Marche.

Secondo un indagine interna effettuata sulla base delle banche dati CRIF, è emerso che sono 17.158 le imprese target della misura Contrasto alla Deindustrializzazione di Lazio e Marche. L’89% di queste risiede nella regione Lazio.

Il Fondo di Contrasto alla Deindustrializzazione, gestito da Invitalia per conto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, si rivolge infatti alle imprese manifatturiere di alcuni comuni di Lazio e Marche con l’obiettivo di potenziare e riqualificare insediamenti produttivi esistenti e supportare l’apertura di nuove unità.

Con 136 milioni di euro di dotazione, il Fondo rappresenta un’opportunità cruciale per il neocostituito Consorzio Industriale del Lazio – il più grande in Italia - che da Dicembre 2021 unifica i cinque consorzi produttivi della regione (Cassino, Frosinone, Roma-Latina, Sud Pontino, Rieti) con l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra i territori nei progetti di innovazione, internazionalizzazione e attrazione degli investimenti.

Il gap di internazionalizzazione e dell’innovazione

La fotografia che le banche dati CRIF ci restituiscono ad oggi però, è di un comparto manifatturiero regionale rappresentato per il 65% da microimprese e imprese individuali che fatturano sotto il mezzo milione di euro e con meno di due dipendenti. Imprese che sono indietro rispetto alla media nazionale e, in particolare, rispetto al polo produttivo del Nord (Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna) specialmente sul fronte dell’internazionalizzazione e dell’innovazione

Basti pensare che solo il 10% delle imprese del Lazio ha un punteggio di internazionalizzazione alto o superiore alla media contro il 41% delle imprese del Nord.
Meglio, ma comunque al di sotto della media nazionale, lo score d’innovazione con un 30% delle imprese del Lazio classificate con un punteggio medio o superiore alla media contro il 42% del Nord. 

Un gap che può trovare spiegazione nella bassa solidità finanziaria di queste imprese: ben il 68% è segnalato da CRIF con un indice di affidabilità creditizia con rischio più alto della media. È chiaro che in questo contesto che spesso caratterizza le realtà microimprenditoriali, nella maggior parte dei casi a conduzione familiare, difficilmente si osa di prospettiva. Piuttosto si naviga a vista senza lasciare spazio a reivestimenti delle risorse per finalità più ampie per paura di registrare perdite.

L'incentivo del bando

Per questo il Fondo di Contrasto alla Deindustrializzazione si dimostra uno strumento che realmente viene in aiuto a queste realtà prevedendo un contributo 100% a fondo perduto fino a un massimo di 200 mila euro. Il contributo è erogato a rimborso in un’unica soluzione ed è applicabile alle spese sostenute nel triennio 2021-2023 nei seguenti ambiti di intervento: ristrutturazione o realizzazione dell’immobile dove l’attività manifatturiera è svolta, ammodernamento e ampliamento per innovazione di prodotto e di processo, investimenti immateriali, conversione di attività produttive a significativo impatto ambientale verso modelli di maggiore sostenibilità ambientale e avvio di nuove unità produttive. Sono comprese nelle spese ammissibili: macchinari, impianti, arredi, attrezzature e beni (anche immateriali), opere murarie, opere impiantistiche e strumentali.

Un’iniezione di liquidità, ma anche di coraggio per gli imprenditori del Lazio verso una conduzione d’impresa più audace e di prospettiva che, se implementata, puo’ essere la chiave per portare la regione verso nuovi standard di competitività nazionale e internazionale. 

Sarà possibile presentare domanda per il Fondo di Contrasto alla Deindustrializzazione fino alle 12:00 del 24 Marzo.

Come verificare se si può accedere al bando

Verifica gratuitamente, l’ammissibilità della tua impresa al bando di Contrasto alla Deindustrializzazione.

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