La Brexit ha avuto un impatto negativo su molte imprese italiane che operano nel Regno Unito o che esportano i loro prodotti e servizi in quel mercato. Per sostenere queste imprese e aiutarle ad adeguarsi alla nuova situazione, il governo italiano ha messo a disposizione un fondo di 112 milioni di euro a fondo perduto, finanziato dalla Riserva di Adeguamento alla Brexit (BAR).
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Cos’è la Brexit?
La Brexit è l’acronimo di British exit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Si tratta di un processo iniziato con il referendum del 23 giugno 2016, in cui la maggioranza dei cittadini britannici ha votato a favore della separazione dall’UE. Dopo anni di negoziati e proroghe, la Brexit è diventata effettiva il 31 gennaio 2020, con un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, durante il quale il Regno Unito ha continuato a seguire le regole e le norme dell’UE. Il 24 dicembre 2020 è stato raggiunto un accordo commerciale tra le due parti, che ha definito le modalità di cooperazione futura in vari settori.
Quali sono gli impatti della Brexit sulle imprese italiane?
La Brexit ha comportato una serie di cambiamenti e di sfide per le imprese italiane che hanno rapporti commerciali con il Regno Unito. Tra questi, si possono citare:
- l’introduzione di controlli doganali e di documenti aggiuntivi per le merci che attraversano il confine;
- l’applicazione di tariffe e quote per alcuni prodotti;
- la necessità di adeguarsi alle norme tecniche e agli standard qualitativi del Regno Unito, che possono differire da quelli dell’UE;
- la riduzione della mobilità dei lavoratori e dei professionisti tra i due paesi;
- la perdita di accesso ai programmi e ai fondi europei per la ricerca e l’innovazione;
- la maggiore incertezza e volatilità dei mercati finanziari e dei tassi di cambio.
Questi fattori hanno avuto ripercussioni negative sul fatturato, sui costi, sulla competitività e sulla redditività delle imprese italiane che operano nel Regno Unito o che esportano i loro prodotti e servizi in quel mercato.
Cos'è il bando Riserva di adeguamento alla Brexit a fondo perduto?
Il bando, pubblicato dall'Agenzia per la Coesione Territoriale il 29 marzo 2023, è un'iniziativa del governo italiano per contrastare gli effetti negativi della Brexit sulle imprese italiane. Stanziando una Riserva di Adeguamento alla Brexit (BAR) pari a 200 milioni di euro, nell'ambito del decreto-legge n. 149 del 9 novembre 2020, il governo ha destinato 112 milioni di euro ad un avviso pubblico per l'erogazione di contributi a favore delle iniziative delle imprese.
Il bando mira a rimborsare le spese sostenute dalle imprese dal 1° gennaio 2020 fino alla data di presentazione della domanda e si basa sul regime de minimis, che limita il contributo massimo a 200.000 euro per impresa. L'avviso, pubblicato il 22 marzo 2023, prevede un sostegno economico-finanziario per le imprese nel contrastare gli impatti negativi generati dalla Brexit.
Cosa finanzia il bando Brexit?
Il bando copre una serie di spese ammissibili, che devono essere documentate e devono dimostrare un collegamento diretto con gli impatti negativi della Brexit. Tra le spese ammissibili troviamo:
- costi del personale e per spese di viaggio;
- costi per consulenze e servizi esterni, come studi, formazione, sistemi informatici, siti web, promozione, comunicazione, pubblicità o informazione;
- costi generali, d'ufficio e amministrative;
- costi per infrastrutture e per attrezzature connesse all'attuazione della proposta di finanziamento.
Oltre alle seguenti tipologie di interventi volti all’adeguamento:
- normativo, amministrativo e fiscale;
- logistico e doganale;
- tecnologico e digitale;
- commerciale e di marketing;
- formativo e organizzativo.
Gli interventi devono essere finalizzati a:
- mantenere o incrementare i livelli di attività economica con il Regno Unito;
- diversificare i mercati di sbocco o i fornitori;
- rafforzare la capacità innovativa e competitiva delle imprese.
A chi si rivolge?
Il bando si rivolge alle imprese, anche individuali, di qualsiasi settore e dimensione, che abbiano sede legale o operativa in Italia e che siano state danneggiate dalla Brexit. Per essere ammesse al contributo, le imprese devono dimostrare di aver subito una riduzione del fatturato o dei margini operativi nel 2020 o nel 2021 rispetto al 2019 a causa della Brexit.
Qual è la tipologia di contributo?
Il contributo è concesso a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili, nei limiti del regolamento de minimis. Il contributo massimo concedibile è di 200 mila euro per impresa.
Come presentare la domanda?
La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica, a partire dalle ore 12.00 del 13 aprile 2023. Si può già verificare, gratuitamente, l’ammissibilità della propria impresa al bando Brexit utilizzando il nostro servizio gratuito e senza impegno alla pagina: Verifica la finanziabilità al bando Brexit
Quali sono le scadenze?
La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 31 dicembre 2023, salvo esaurimento delle risorse disponibili. La scadenza per la rendicontazione delle spese è fissata al 30 giugno 2024.
Dove trovare maggiori informazioni?
Per maggiori informazioni sul bando e sui requisiti di partecipazione, si può consultare la Pagina Dedicata sul nostro sito nella sezione “Finanzia per le Imprese” o è possibile richiedere una consulenza gratuita e senza impegno da parte di un nostro Advisor specializzato nell’assistenza alle imprese per l’accesso ai bandi di finanziamento.
Conclusione
La Brexit ha rappresentato una sfida importante per le imprese italiane che operano nel Regno Unito o che esportano i loro prodotti e servizi in quel mercato. Per aiutarle a superare le difficoltà e a cogliere le opportunità derivanti dalla nuova situazione, il governo italiano ha messo a disposizione un bando che offre finanziamenti a fondo perduto per sostenere gli interventi di adeguamento delle imprese.